WADO RYU Okinawa Karate e Shindo Yoshin Ryu Jujutsu

di Costantino Brandozzi

Tra gli stili di karate praticati il Wado Ryu viene considerato l’unico veramente giapponese, frutto della sintesi tecnica del karate di Okinawa, metodo Shorin/Shuri Te, introdotto in Giappone negli anni ’20, e deljujitsu giapponese, sistema di combattimento corpo a corpo disarmato o con armi di piccolo taglio.

Sono presenti nel Wado anche influenze tecniche derivate dalle scuole di scherma, quali la Yagyu Shinkage Ryu (spada lunga) e la Toda Ryu (spada corta).

I prestigiosi riconoscimenti che il suo fondatore Otsuka Hironori ha ricevuto in vita e gli incarichi da egli ricoperti testimoniano l’alta reputazione che la scuola ha acquisito nell’ambiente delle arti marziali:

  • nel 1944 il Butoku Kai nomina Otsuka responsabile di tutto il karate giapponese;
  • nel 1966 l’Imperatore decora Otsuka con l’onorificenza del 5° Ordine di Merito Kun Go To (Cordone del Sole Nascente) e la medaglia Soko Kyokujitsu Sho;
  • nel 1972 il Principe Higashi Kuni no Miya, zio dell’Imperatore e Presidente della Kokusai Budo In (Federazione Internazionale del Budo) conferisce ad Otsuka il titolo di Meijin (letteralmente Uomo Splendente) 10° Dan, il primo nella storia del karate;
  • consigliere anziano della Japan Karate Federation;
  • direttore e consulente della International Martial Arts Federation, Kokusai Budo In;
  • direttore della Japan Ancient Martial Arts Organization, Nihon Kobudo Shinko Kai;
  • consigliere della Società delle Cinture Nere di Judo;
  • consigliere della Società di Ortopedici del Judo, fondata con il Dott. Ryotaro Kanai;
  • conferenziere alla Nihon University di Tokyo;
  • consigliere tecnico del dojo Shiseikan, presso il tempio Meiji;
  • membro della commissione tecnica per la creazione di un metodo di difesa personale della polizia giapponese Taiho Jutsu, insieme agli esperti Saimura Goro (kendo), Nagaoka Shuichi (judo), Shimizu Takaji (25° soke della Shinto Muso Ryu Jodo, bastone medio), Horiguchi Tsuneo (pistola).

Otsuka Hironori: breve biografia

Otsuka Hironori nacque a Shimodate, prefettura Ibaragi, il 1 giugno 1882, primo figlio del dott. Tokujiro, esperto di medicina tradizionale.

All’età di cinque anni iniziò lo studio del jujitsu con il samurai Chojiro Ehashi, zio materno ed istruttore ufficiale di arti marziali del Clan Tsuchiura.

Nel 1905 entrò nella scuola del Maestro Tatsusaburo Nakayama, terzo caposcuola del jujitsu Shindo YoshinRyu e famoso esperto di kendo e di kenjutsu Jikishin Kage Ryu.

Il 1 giugno 1921, all’incredibile età di 29 anni, Otsuka ricevette da Nakayama il diploma di massimo esperto Menkyo Kaiden di jujitsu della Shindo Yoshin Ryu, diventandone così ufficialmente il quarto caposcuola.

Nel 1918, mentre lavorava alla Banca Kawasaki – dopo aver abbandonato il corso di Economia presso l’Università Waseda a causa della morte del padre – Otsuka conseguì il diploma in ortopedia ed osteopatia e dal 1924 al 1938 aprì l’ambulatorio privato Nagurado.

Nel 1922, a Tokyo, Otsuka iniziò lo studio del karate di Okinawa (Tode) con il Maestro Gichin Funakoshi, apprendendo in meno di un anno i 15 kata fondamentali; approfondì lo studio anche con i Maestri Kenei Mabuni e Choki Motobu, residenti ad Osaka; nel tempo, però, ritenne incompleta la metodologia di allenamento che prevedeva la pratica solo dei kihon e dei kata; introdusse, quindi, una serie di kata a coppie per lo studio del combattimento, secondo la tradizione del budo giapponese; nel 1924 insieme a Funakoshi fece la prima esibizione pubblica.

Nel 1929 iniziò a definire regole per il combattimento libero come già avvenuto nel kendo e nel judo.

Otsuka fondò nel 1934 una propria scuola, già ben caratterizzata negli aspetti tecnici peculiari, ma inizialmente denominata Dai Nippon Karate Do Shinko Club.

Al festival annuale della Butoku Kai del 1938, incentrato sui capostipiti delle diverse scuole marziali, Otsuka presentò il proprio metodo Shinshu Wado Ryu individuando in Akiyama Yoshitoki, fondatore del jujitsuYoshin Ryu, il suo antenato.

Dopo il festival, il Maestro Gisaburo Kubo, successore del kenjitsu Yagyu Shinkake Ryu nel Clan Tosa, presso il cui dojo Otsuka aveva trasferito la scuola, fece notare che Shinshu e Wa erano sinonimi, in quanto entrambi significavano “Giappone”; il kanji wa, inoltre, significava anche “pace ed armonia”.

Da allora si mantenne la denominazione Wado Ryu Karate Do Jujitsu Kempo.

Otsuka Hironori è morto nel 1982 dopo aver trasmesso la tradizione della scuola al suo secondogenito Jiro, attuale soke.

Durante la sua vita Otsuka conobbe Morihei Ueshiba, fondatore dell’aikido, divenendone amico ma senza che tra i due ci fosse alcuna influenza tecnica; stessa amicizia lo legò a Kyuzo Mifune, 10° dan di judo, che creò il kata Kuki Nage proprio da un’idea di Otsuka.

IL JUJITSU DELLA SHINDO YOSHIN RYU

Akiyama Shirobei, quindi, fu il fondatore del jujitsu Yoshin Ryu (scuola dello spirito/cuore del salice) e l’antenato del Wado.

Nel 1530 circa, il giovane Akiyama andò in Cina, nella città costiera di Tientsin a sud di Pechino, per studiare la medicina tradizionale; durante la sua permanenza apprese da un mendicante taoista, un certo Huei To, ventotto tecniche di rianimazione (kappo in giapponese) e numerose tecniche di colpi (atemi waza).ai punti vitali (kyusho).

Ritornato a Nagasaki in Giappone, Akiyama approfondì lo studio del sistema appreso che denominò Shuhaku jutsu, ma, non soddisfatto, si ritirò nel monastero shinto Tenmangu di Tsukushi, cercando una migliore ispirazione.

Dopo cento giorni di meditazione, durante una tormenta di neve, notò che un salice non veniva schiacciato dalla neve, come gli alberi di pino, ma invece riusciva a liberarsi dal peso senza alcun danno, grazie all’intrinseca elasticità dei rami.

Da questa esperienza Akiyama codificò i trecentotré movimenti naturali dello Yoshin Ryu.

La scuola Yoshin si è tramandata di generazione in generazione dando origine ad altre jujitsu ryu quali:

  • Shin no Shinto Ryu, ad opera di Tabizaemon Yamamoto;
  • Tenshin Shin’yo Ryu, creata nel 1850 da Iso Mataemon, allievo di Hitotsuyanagi Oribe della Yoshin Ryu e di Joyemon Homma della Shin no Shinto Ryu;
  • Shindo Yoshin Ryu fondata nel 1864 da Ishijima Katsunosuke Matsuoka (1836-1898), specializzato nelle tecniche di colpi ai punti vitali.

Ishijima era il secondo figlio di Dorin Matsuoka, medico ufficiale del Clan Hosokawa nella prefettura Kumamoto (alcuni testi parlano del Clan Kuroda di Fukuoka); all’età di diciassette anni si trasferì a Tokyo a seguito del nuovo incarico che il padre ebbe presso la residenza del Clan.

Ishijima iniziò lo studio delle arti marziali presso la scuola dello shogunato e stabilì un proprio dojo ad Asakusa, Tokyo.

Durante questo periodo fu allievo di Hikotsuke Totsuka della Yoshin Ryu e di Masamichi Iso, caposcuola della Tenshin Shin’yo Ryu, dal quale ricevette il certificato di insegnante nel 1855.

Oltre al jujitsu Ishijima studiò anche il kenjitsu della scuola Jikishin Kage Ryu, con il 14° caposcuola Kenkichi Sakakibara e della scuola Hokushin Itto Ryu con il Maestro Shusaku Chiba; praticò anche la lancia della Hozoin Ryu.

Nel 1864 riunificò la sua esperienza creando la scuola Shindo Yoshin (sacro/nuovo spirito/cuore del salice).

Con la promozione ad ispettore dello shogunato nella provincia Hitachi, prefettura di Ibaragi, Ishijima si stabilì a Ueno ove nel 1870 aprì il dojo Shindokan ed insegò jujitsu e kenjitsu, oltre a dare trattamenti medici.

Nel 1885 ereditò il nome paterno Matsuoka.

Ad Ishijima Katsunosuke Matsuoka succedettero nella trasmissione della scuola Shindo Yoshin nell’ordine Inose Motokichi (1852 – 1921), Nakayama Tatsusaburo (1870 – 1933) ed Otsuka Hironori (1892 – 1982).

Secondo altri autori è esistita anche un’altra linea di insegnamento che, partendo da Inose Motokichi, prosegue con Tatsuo Matsuoka e poi Ryozo Fujiwara.

IL KARATE DI OKINAWA

Raccontare la storia del karate, dalle origini sino alla sua diffusione in Giappone, nei primi decenni del 1900, è molto complesso poiché sono pochi i documenti conservatisi nel tempo ai quali fare riferimento.

Grazie comunque all’opera di valenti ricercatori, per lo più praticanti di karate che pazientemente hanno raccolto tradizioni orali ed i pochi scritti rintracciabili, é possibile risalire con buona approssimazione fino alla fine del 1700, alla figura leggendaria di Sagukawa Kanga considerato il padre del karate di Okinawa, soprannominato dai suoi contemporanei “Tode” ovvero “Karate”.

Le notizie antecedenti a Sakugawa fanno parte più della leggenda che non della storia.

E’ necessario, a questo punto, dare alcune sintetiche informazioni di carattere geografico e storico di Okinawa.

Okinawa è l’isola più grande ed importante dell’arcipelago delle RyuKyu, formato da 76 isole, nel Mar Cinese Meridionale a pari distanza tra Formosa, la provincia cinese del Fujiang e l’isola meridionale giapponese Kyushu.

Data la sua posizione Okinawa ha avuto nei secoli strettissimi rapporti commerciali e culturali con i grandi Stati vicini, maggiormente con la Cina se consideriamo il fatto che dal 1372 al 1866 una delegazione dell’Imperatore cinese per ben 23 volte si recò nelle RyuKyu per incoronare il Re di Okinawa.

Le città più grandi erano Shuri, antica capitale, Tomari, vicina a Shuri e Naha.

Nel 1392 s’insediò a Kume, vicino Naha, una fiorente e prospera colonia cinese.

Queste tre città erano importanti anche perché da esse presero origine tre diversi stili di karate: lo Shuri Te, riservato alla corte ed ai nobili, il Tomari Te, praticato dalla classe operaia, ed il Naha Te, praticato dalla borghesia.

Shuri e Tomari Te costituirono lo Shorin Ryu, scuola caratterizzata da tecniche agili e veloci; mentre il Naha Te lo Shorei Ryu, scuola forte e potente, erede fedele delle tradizioni cinesi.

Nella provincia cinese del Fujiang, la città di Fuzhou diventò il punto di sbarco degli abitanti di Okinawa (chiamati Uchinanchu), i quali vi costruirono ostelli ed uffici; l’influente famiglia Kojo, di Kume, vi aprì anche un proprio dojo per lo studio e la pratica del kungfu.

Durante il regno del re di Okinawa Sho Shin (1477-1526) la proibizione dell’uso delle armi favorì lo sviluppo delle tradizioni popolari di combattimento denominate genericamente “Te”, che significa “mano” oppure “tecnica”.

Nel 1609 il Clan giapponese dei Satsuma (nell’odierna provincia di Kagoshima, all’estremità meridionale di Kyushu) conquistò Okinawa e la controllò per 250 anni; durante tale periodo furono numerosi i contatti con lo Jigen Ryu bujiutsu, scuola di combattimento del Clan.

Fino al 1936 circa, il sistema di combattimento di Okinawa era chiamato ToDe o KaraTe, scritto con ideogrammi che significano “Mano/tecnica cinese”, a testimonianza dell’origine storica e geografica di tale metodo.

Nel 1879 la famiglia reale di RyuKyu fu deposta ed Okinawa diventò, a tutti gli effetti, una provincia giapponese.

Nel 1905 Itosu Anko introdusse il karate nel sistema scolastico di Okinawa; modificò i kata classici introducendo semplificazioni ed eliminando le applicazioni al combattimento.

Nella provincia cinese del Fujiang, e precisamente nella città di Yongchun, sin dall’inizio del 18° secolo si sviluppò uno stile di kungfu denominato il Pugno della Gru Bianca (He Quan), creata da Fang Qiniang, figlia del monaco Shaolin Fang Zong Gong, esperto nella boxe del Pugno del Monaco (Luohan Quan, Shaolin) che era fuggito dal tempio di Henan, a seguito della distruzione nel 1674 da parte dei soldati governativi Qing.

Nella città di Fuzhou, vicina a Yongchun, erano diffusi il Pugno del Monaco, della Gru Bianca e della Tigre.

Questi stili di kungfu vennero introdotti ad Okinawa e costituirono la base del karate, nelle sue molteplici ramificazioni che diedero origine a tradizioni (ryu) nuove.

Introdotto in Giappone intorno agli anni venti dai Maestri Funakoshi, che si stabilì a Tokyo, Mabuni, Motobu (ad Osaka) e Miyagi, il karate subì ulteriori modificazioni, specialmente per opera di Maestri esperti del Budo tradizionale (kenjiutsu, jiujiutsu, ecc.).

La prima dimostrazione pubblica di karate sul suolo giapponese avvenne nel giugno del 1922 da parte di Funakoshi e Gima, uno studente di Okinawa; successivamente, grazie all’interessamento del Maestro Jigoro Kano, fondatore del Judo, Funakoshi si stabilì a Tokyo ed a luglio aprì il primo corso di karate presso il Meisei Juku, collegio degli studenti di Okinawa.

All’inizio, il karate si presentava piuttosto disorganizzato: non esistevano una uniforme di pratica comune ed un sistema di riconoscimento delle qualifiche e dei gradi.

Fu solo grazie alle raccomandazioni del Maestro Kano che nel 1934 il karate fu introdotto nella Dai Nippon Butoku Kai, il quale ratificò il cambiamento del kanji kara dal significato iniziale di “Cina” a quello più nipponico di “vuoto”.

La prima scuola di karate ad essere riconosciuta dalla Butoku Kai fu il Wado Ryu.

Maestri tradizionali: breve biografia

ARAGAKI SEISHO – cinese residente a Kume, esperto nella boxe del Pugno del Monaco.

BUSHI MATSUMURA SOKON – nato in un villaggio vicino Shuri, elevato al rango guerriero di Chikudun Peichin (simile a quello dei samurai) al servizio dei Re di RyuKyu, noto come il Miyamoto Musashi delle RyuKyu acquisì il menkyo kaiden (certificato di maestria) del kenjutsu Jiken Ryu; studiò sia a Fuzhou che a Pechino ove risiedette per 15 mesi a partire dal 1836 e seguì gli insegnamenti del Maestro Iwah.

CHAN NAN – cinese residente ad Okinawa, in un villaggio vicino Tomari; esperto nel Naihanchi da lui originarono alcune forme dalle quali si dice derivino i kata Pin an.

CHINTO – nome di un marinaio cinese che visse in un villaggio vicino Tomari ove insegnò un metodo che prese il suo nome.

HIGASHIONNA KANRYO – di Naha, iniziò a praticare il Pugno del Monaco con Aragaki S. per tre anni; nel 1873 si recò a Fuzhou, entrò nel Kojo dojo ove sembra abbia studiato con Wai Xinxian prima di diventare allievo di Xie Zhong Xiang.

IWAH (Wei Bo) – maestro cinese esperto della boxe del Pugno del Monaco e dello stile del nord Xingji Quan; si dice che abbia insegnato a Pechino ed a Fuzhou nel Kojo dojo.

KOJO TAITEI – cinese residente a Kume, fratello di Kojo Kaho (1849-1945) che aveva fondato il Kojo Dojo a Fuzhou

KUSHANKU – maestro cinese che insieme ad altri boxer, sorpreso da un tifone, si arenò sulle spiagge di Okinawa nel 1762, ove introdusse un sistema di combattimento che prese il suo nome.

MAKABE UEKATA CHOKEN – capo della delegazione di Okinawa che per tre volte si recò in Cina ove apprese sistemi di combattimento riportati successivamente nella sua terra.

MOTOBU CHOYU – maestro esperto di Okinawa, erede legittimo del metodo di combattimento noto come Udon Te, la ”mano del palazzo”, appartenente alla sua famiglia di origine nobile di Shuri; trasmise il suo sapere non al fratello, Choki, ma al suo allievo Uehara Seikichi (1904 – …); il metodo è anche chiamato Motobu Ryu di Okinawa.

SEISHAN – nome di un famoso maestro cinese di Fuzhou, che intorno al 1770 visse ad Okinawa ove insegnò un metodo che prese il suo nome.

TAKAHARA PEICHIN – astronomo e disegnatore di mappe esperto in tecniche di combattimento di Okinawa.

TANG DAIJI (To Daiki) – mercante cinese di tè che nel 1915 si trasferì a Naha, ove insegnò la boxe del Pugno della Tigre.

TODE SAKUGAWA KANGA – di Shuri, profondo conoscitore delle tecniche popolari di combattimento, per il suo valore fisico ed indomito coraggio fu elevato al rango di Chikudun Peichin; studiò  le tradizioni marziali di Satsuma, Fuzhou e Pechino durante i suoi tre viaggi in Cina; si dice che nel suo metodo fossero presenti elementi tecnici delle Scuole cinesi del Nord.

WAI XINXIAN – cinese, maestro di boxe del Pugno del Monaco e del kungfu Xingyj, delegato ufficiale della dinastia Qing; insegnò insieme ad Iwah nel Kojo Dojo di Fuzhou.

WANSHU (Wan Xiu) – capo di una delegazione cinese che nel 1683 si recò ad Okinawa, ove introdusse un sistema di combattimento che prese il suo nome.

WU XIANGUI (Go Genki) – mercante cinese di tè che da Fuzhou si trasferì a Naha nel 1912, ove insegnò il Pugno della Gru Bianca.

XIE ZHONG XIANG – cinese, noto anche con il nome di Ryuru Ko (Lieliu Quo) aveva studiato il Pugno della Gru Bianca di Yongchun con Pan Yuba; creò il Pugno della Gru Strepitante (MingHe Quan), ed insegnò a Fuzhou.

Kata classici

I Quan (in giapponese Kata) del kungfu e del karate costituirono il metodo attraverso cui i segreti dell’autodifesa sono stati trasmessi per generazioni; un aspetto ugualmente importante del Quan è il suo uso ginnico e terapeutico:

Sanchin (dal cinese Saam chien), Saifa (Zuo fa) vincere con tecniche di prese, Seienchin (Sui yun jing) seguire liberamente il movimento dell’energia, Shisochin (Shi zheng jing) la vera potenza dell’energia nelle prese,Kururunfa (Kun lun fa) metodo del tempio di Kun Lun, Seishan (Shi san shi) le 13 energie, Seipai (Shi ba shou) le 18 tecniche, Sanseiru (San shi liu) le 36 tecniche, Suparimpei-Ibarinpa (yi bai ling ba) le 108 tecniche detto anche Petchurrin (Ba bu lian) unire i 100 passi, Chinte la misteriosa mano di bambù, Chinto, Jiin la terra del tempio, Jion il suono del tempio,  Jitte le 10 mani, Kusanku, Naihanchi combattere mantenendo il terreno, Niseishi i 24 passi, Passai distruggere la fortezza, Pinan la pace della mente, Rohai l’airone bianco o la visione della gru, Sochin muovere nella battaglia oppure preservare la pace, Unshu la mano delle nuvole,Useishi i 54 passi oppure la tigre nera oppure usare il pugno della gru bianca, Wankan la corona reale,Wanshu.

Il programma tecnico del Wado Ryu prevede lo studio di nove kata considerati fondamentali: i cinque Pin An, Kushanku, Naihanchi, Seishan, Chinto. Altri sei kata sono complementari: Bassai, Niseihi, Wanshu, Rohai, Jon, Jitte.

È previsto anche lo studio dei kihon, le tecniche fondamentali, eseguite in successione ripetuta.

Otsuka ha codificato inoltre numerosi kata a coppie di combattimento:

TACHIAI (in piedi)

Kihon Kumite, Kumite Kata, Ohyo Kumite, Kumite Ura, Ippon/nihon/sanmbon Kumite

CONTRO ARMI

Tanto Dori (pugnale)

Shinken Shiraha Dori (spada)

IDORI (in seiza)

NAGE WAZA (proiezioni)

GYAKU NAGE (leve articolari)

JOSHI GOSHIN JUTSU (difesa personale per le donne)

KYUSHO (punti vitali)

KAPPO (tecniche di rianimazione)

SHIMERU WAZA (strangolamenti)

CONCLUSIONI

Il Wado Ryu si presenta come un sistema di combattimento completo e totale a mani nude, nel quale il karate di Okinawa costituisce lo scheletro, l’approccio iniziale per il praticante; ma nella sua essenza tecnica il jujitsu rappresenta il cuore profondamente giapponese, con i suoi collegamenti al Budo tradizionale e la profonda conoscenza dell’anatomia umana.

Secondo Otsuka Hironori il Wado Ryu deve innanzitutto essere un mezzo per migliorare l’individuo, singolarmente e nella società, principio esplicitamente enunciato in una delle sue poesie con la quale si chiude il presente studio:

“La Via del Budo non è solo per combattere,

ma per acquisire pace ed armonia interiore,

cercatela”